
Genere: Letteratura Giapponese/Storico
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Cult
Pagine: 144
Il Sole si Spegne è un romanzo classico della Letteratura Giapponese prevalentemente Storico, scritto da Dazai Osamu, edito Mondadori per la collana Oscar Cult.
“La guerra è terminata da pochi mesi, il Giappone è un Paese ferito e lacerato tra le memorie di un passato aristocratico e uno stile di vita che già guarda ai modelli dei vincitori occidentali, senza tuttavia riuscire a liberarsi di quella «moralità obsoleta» che ha imperato per secoli. Anche Kazuko è ferita e lacerata: morto il padre da molti anni, finito con un divorzio e senza figli il suo matrimonio, disperso nel Pacifico del Sud il fratello Naoji, tutto ciò che le rimane della sua nobile famiglia è una madre dall’istintiva eleganza, ormai anziana e malata. Senza più un soldo, le due donne sono costrette a lasciare la casa di Tōkyo e trasferirsi in campagna, dove Kazuko dovrà imparare a lavorare la terra, in attesa del ritorno di Naoji. Sarà proprio con l’arrivo del reduce, divenuto dipendente dalle droghe, che la vicenda di Kazuko avrà un drammatico sviluppo. Pubblicato nel 1947, “Il sole si spegne” è un romanzo di grande intensità emotiva che ebbe enorme influenza nella società giapponese del Dopoguerra, umiliata e oscillante tra feudalesimo e civiltà industriale: il libro nel quale si è riconosciuta un’intera generazione”.
“La guerra. La guerra del Giappone è un atto di disperazione. Morire assorbito in un atto di disperazione… no, grazie. Preferisco morire di mia mano”.

Buongiorno amici lettori, il romanzo che vi propongo oggi ATTENZIONE, non è un Fantasy. Classico Storico della Letteratura Giapponese mi è stato caldamente consigliato e per una volta (anche se in realtà è già capitato di esulare dal mio genere) ho ceduto alla tentazione. Ultimamente mi sto avvicinando al mondo orientale, in particolare alla cultura nipponica grazie a manga, anime, film d’animazione e i sempre più frequenti romanzi Fantasy ispirati alla mitologia del Giappone. Non è certo tutta farina del mio sacco, sempre grazie all’influenza di terzi, mi sto lasciando trasportare.
Sono sincero, la prima cosa che ho pensato cominciando la lettura del romanzo è stata “Oh mamma, chi me lo ha fatto fare?!”, ma è stata solamente un impressione generale probabilmente data dal difficile periodo storico e dai delicati temi affrontati. La modalità di scrittura, tramite lettere o diari, e lo stile alleggeriscono la storia e rendono più fluida la narrazione. Così scorre veloce questo romanzo breve, almeno per i miei canoni standard, incentrato principalmente su due personaggi agli antipodi. Infatti uno sceglierà la morte, mentre l’altra la vita. Modi differenti di affrontare la quotidianità, le difficoltà e i propri ideali. Le tematiche affrontate sono piuttosto delicate e drammatiche da una parte, mentre dall’altra di speranza e amore. Sembra quasi che tra le pagine di questo romanzo si celino note autobiografiche, in quanto la vita e il dopoguerra portano l’autore al suicidio poco tempo dopo avere concluso il romanzo. Non è stata una lettura semplice, anzi, ma sicuramente ricca di spunti su cui soffermarsi e riflettere. Ho impiegato del tempo ad elaborare il cuore di questo romanzo a fine lettura per cercare di estrapolarne dei suggerimenti, visto che in me c’è tanto buio quanto luce. A lettura conclusa ho avuto un forte senso di malinconia, ma allo stesso tempo il forte desiderio del bello che ho nella mia vita.




Consiglio la lettura di questo romanzo a chi è alla ricerca di una piccola meraviglia pronta a guadagnarsi un posticino nel cuore.

Come sempre grazie a Mondadori e Oscar Cult per la copia in anteprima, l’editing accurato, i dettagli e l’ipnotica copertina sbrilluccicante.